Avete superato i trent’anni e pensate che non siete più nell’età giusta per imparare una lingua? Non c’è niente di più sbagliato! Vi faccio una sola domanda: quando cadete – per una delusione amorosa o per un’amica che vi ha tradito – e avete diciotto anni, quanto tempo vi serve per rialzarvi? Almeno un anno, stando alla mia esperienza. Quando invece questo accade dopo i trenta anni, siete in forma anche dopo una sola settima.
Questo perché avete sviluppato un metodo personale per riprendervi dopo un avvenimento infelice. C’è chi lo fa partendo per qualche giorno in solitudine, chi si circonda di amici e qualche bicchiere di vino, chi scarica la tensione in palestra: ogni metodo è funzionale per la persona che l’ha sperimentato e ne ha tratto giovamento.
Per imparare una nuova lingua dovete usare le stesse strategie che avete usato per altre cose. Non esiste un metodo generale per imparare una lingua.
Vi faccio un esempio concreto. Un maestro che ha una classe di trenta bambini – anche se si tratta del miglior maestro al mondo – non riuscirà mai ad avere un metodo di insegnamento unico che calzi a pennello su ogni suo studente. Ogni bambino ha infatti la propria sensibilità, il proprio background culturale, le proprie esperienze di vita (viaggi, amici e parenti), la propria maturità: non si può avere un metodo per trenta teste differenti. Forse tutti i bambini arriveranno alla sufficienza ma pochi di essi eccelleranno davvero.
Quando dite “Io non parlo bene l’inglese” o conoscete esattamente i vostri limiti oppure – cosa più probabile – siete dei pessimisti. E il pessimismo dovete metterlo da parte.
Avete solo bisogno di provare e vedere che, nonostante tutto quello che pensavate, non è poi così difficile.
L’età non deve essere un limite ma un’opportunità per fare meglio: conoscete meglio voi stessi, sapete come motivarvi, avete superato già numerose prove. Lanciatevi nella nuova avventura senza timori.